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100 ANNI DELLA RADIO ITALIANA. Storia, Evoluzione e Futuro delle Onde Medie | OMItaliane

Il valore della radio nel centenario della sua nascita in Italia

Sergio Barlocchetti, giornalista che collabora anche con il quotidiano “La Verità” e “Panorama”, afferma che la radio rappresenta un mezzo unico di comunicazione che arricchisce l’immaginazione: “Accendere la radio significa far entrare qualcuno in casa con delicatezza ed educazione, al posto che in modo prepotente e definito… Ascoltare un programma, un notiziario o un concerto è fare un viaggio che rimarrà personale proprio perché l’immaginazione accosta al suono le immagini della nostra mente”. Questa capacità della radio di accompagnarci e stimolare la creatività, senza costringerci a focalizzare su uno schermo, è ciò che continua a renderla uno strumento prezioso per molti.

Anche Fabrizio Silvestri, giornalista, conduttore radiofonico e autore RAI, riflette su questo centenario con gratitudine: “Ho avuto la fortuna di iniziare la mia carriera negli anni ’70, un periodo di grande creatività… Sono entusiasta di scoprire cosa ci riserveranno i prossimi cento anni”. La radio, per Silvestri, è stata non solo il primo amore professionale, ma anche un mezzo potente per raccontare storie e connettere le persone, unendo passato e futuro.

La Radio per Milena Gabanelli


Il viaggio della radio italiana e Guglielmo Marconi

Quando pensiamo alla radio, è impossibile non ricordare Guglielmo Marconi, il genio che nel 1924 ha dato vita a un mondo di comunicazione senza precedenti. A cento anni dalla prima trasmissione ufficiale, le onde medie dimostrano una sorprendente resilienza, resistendo al tempo e alle nuove tecnologie. Quando la violinista Ines V. Donelli esibì le prime note musicali, nessuno avrebbe immaginato che queste onde elettromagnetiche avrebbero avuto una longevità così forte, rimanendo ancora oggi un simbolo della comunicazione radiofonica.

La trasmissione del 6 ottobre 1924 segna l’inizio della radio in Italia e il genio italiano Guglielmo Marconirappresenta questo progresso. Già nel 1901, aveva dimostrato le potenzialità delle onde elettromagnetiche collegando Europa e America con una trasmissione transatlantica. Questo evento ha aperto le porte alla comunicazione di massa in Italia, rivoluzionando il modo in cui informazioni e intrattenimento venivano distribuiti.

RAI: La Radio di Stato

Fondata ufficialmente come ente pubblico nel 1944, la RAI ha avuto un ruolo centrale nello sviluppo e nella diffusione della radio in Italia. Precedentemente conosciuta come URI (Unione Radiofonica Italiana), ha iniziato a trasmettere contenuti culturali, informativi e di intrattenimento, diventando presto un pilastro della società italiana. Un aneddoto interessante riguarda la prima radiocronaca sportiva del 1933, quando la Mille Miglia venne raccontata in diretta, portando l’emozione delle corse direttamente nelle case degli italiani.

Negli anni, la RAI ha consolidato il suo ruolo non solo come mezzo di intrattenimento, ma anche come veicolo di cultura e identità nazionale, diventando parte integrante della vita quotidiana e della memoria collettiva.

Le emittenti AM italiane. Fra tradizione e innovazione

Fino alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del 14 agosto 2015 della legge 115/2015, noto come “Decreto Comunicazioni”, le onde medie erano ad esclusivo appannaggio della RAI, concessionaria dal 1953. Solo successivamente, dopo la legge 223/90 detto anche Legge Mammì, alcune emittenti private in FM, che trasmettevano anche in AM, avevano inserito nell’atto concessorio l’autorizzazione a proseguire le trasmissioni. Nel 2017 sono stati rilasciati i primi decreti autorizzativi, da non confondere con le “concessioni” riservate agli operatori in modulazione di frequenza. Questi decreti autorizzativi, concessi agli operatori privati, hanno riportato in vita molte frequenze assegnate all’Italia e precedentemente riservate all’emittente di Stato (RAI). Nel 2018 è nata OMItaliane, che oggi riunisce diversi operatori di stazioni radiofoniche AM, lavora per regolamentare per promuovere lo sviluppo di nuove emittenti nella gamma di frequenza. L’obiettivo è utilizzare le onde medie come uno strumento moderno di comunicazione.

Guardare al passato senza rimanerne prigionieri

Un problema significativo dei novi operatori e editori in onde medie è l’eccessivo attaccamento alla memoria del passato. La radio AM italiana sembra spesso ancorata alle glorie di un tempo, rievocando i fasti della RAI senza guardare al futuro. Mantenere vivo il ricordo delle prime trasmissioni è importante, ma restare bloccati in questa nostalgia rischia di soffocare l’innovazione. Il culto della memoria, legato ai pionieri della radiofonia come il genio italiano Marconi, se non accompagnato da una visione moderna, limita la creatività editoriale e lo sviluppo di nuove idee.

Il futuro della radio AM. Locale e non solo memoria

Le onde medie non devono limitarsi a essere una rievocazione del passato. Oggi, il vero potenziale risiede nella capacità di servire il territorio locale, offrendo contenuti rilevanti per le comunità che vivono nelle aree coperte dalle trasmissioni
Le onde medie non devono limitarsi a essere una rievocazione del passato e l’ idea che possedere un’antenna basti per definirsi “Radio” è un concetto mediocre e anacronistico come la capacità raggiungere altre località al di fuori del territorio italiano durante le ore notturne, come accadeva in passato, ha perso importanza per la sua inutilità. Ciò che conta oggi è avere una programmazione locale forte e innovativa, che possa realmente rispondere alle necessità e ai gusti delle persone che ascoltano. Ripetere i vecchi modelli senza guardare avanti rappresenta una “prigione della memoria”.

Il futuro della radio AM e OMItaliane

Nel celebrare i 100 anni della radio italiana, non possiamo ignorare l’evoluzione tecnologica. A livello mondiale, gli standard digitali come il DRM (Digital Radio Mondiale) e l’HD Radio hanno portato incredibili miglioramenti nella qualità audio, efficienza energetica e logistica. Un impianto AM con tecnologia DRM, per esempio, richiede un solo trasmettitore, a differenza dei numerosi trasmettitori necessari per DAB+ e FM. Questa soluzione si dimostra molto più efficiente, soprattutto in situazioni di emergenza, dove la tecnologia DRM e HD Radio risulta più gestibile rispetto a una rete di piccoli ponti radio.

Sfortunatamente, l’Europa e in particolare l’Italia sono in ritardo rispetto a questi sviluppi. Chissà cosa penserebbe oggi Guglielmo Marconi, il cui genio ha rivoluzionato il mondo delle comunicazioni, vedendo l’Italia come fanalino di coda nella tecnologia radiofonica. Tuttavia, questo anniversario è un’opportunità per riflettere sul futuro.

OMItaliane, in questo contesto, fa gli auguri alla “Radio” e a tutti gli appassionati e ai nuovi operatori ed editori delle onde medie, una nuova generazione che cerca di portare avanti queste frequenze con un occhio al futuro. L’associazione sta già lavorando su progetti legati alla tecnologia DRM, con test di trasmissione e decodifica in corso. Presto, ci saranno novità positive per il futuro della radio italiana.

Buon centenario, Radio! Sei sempre affascinante, nonostante l’età.

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