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Il World Radio Day in Italia: un evento a discapito della vera diversità radiofonica |OMItaliane

Ogni anno, il 13 febbraio, il World Radio Day dovrebbe celebrare la radio in tutte le sue forme, riconoscendo il suo valore culturale, sociale e informativo. Tuttavia, in Italia, questa manifestazione è gestita da un gruppo di privati che escludono deliberatamente una parte significativa del panorama radiofonico: le emittenti in onde medie.

Un evento che ignora la realtà della radio

Mentre l’UNESCO afferma che ogni organizzazione può creare il proprio evento per il World Radio Day, in Italia si è consolidata una gestione che ignora le voci delle radio indipendenti, locali e delle storiche, ma nuove in Italia, trasmissioni in onde medie. Questo approccio non solo mina lo spirito della giornata, ma tradisce la vera missione della radio: essere un mezzo inclusivo e accessibile a tutti.

Le onde medie: un pilastro insostituibile della radiofonia

Le onde medie non sono un residuo del passato, ma una realtà ancora viva e necessaria. Queste frequenze garantiscono copertura in vaste aree geografiche, permettono la trasmissione senza vincoli digitali e assicurano una continuità storica della radiofonia. Oggi, in Italia, sono oltre 30 le emittenti che operano effettivamente in onde medie, dimostrando che questo mezzo è ancora attuale e rilevante. Nonostante tutto ciò, vengono volutamente ignorate da un’organizzazione che dovrebbe invece promuovere l’intera radiofonia.

Un evento autoreferenziale e chiuso

L’organizzazione italiana del World Radio Day coinvolge sempre gli stessi soggetti, senza dare spazio a chi quotidianamente mantiene “Viva la Radio nella sua forma più autentica. Come può una celebrazione della radio escludere proprio chi rappresenta la sua evoluzione e la sua resilienza?

Chi ha paura della pluralità?

L’esclusione delle onde medie non è casuale: esiste una chiara volontà di marginalizzare un settore che non rientra nei modelli di business dominanti. Il rischio è che il World Radio Day diventi solo una vetrina per lobby, anziché una vera celebrazione della radio nella sua interezza. Ma chi decide chi merita di essere celebrato e chi deve essere ignorato? Questa gestione esclusiva mina le basi stesse della libertà radiofonica e della democrazia dell’etere.

Un appello agli operatori del settore: basta divisioni, è il momento di agire

Chiediamo a giornalisti, enti pubblici e operatori del settore di prendere posizione. Non possiamo accettare che una manifestazione mondiale venga distorta e trasformata in una proposta non inclusiva.

Gli operatori e gli editori delle onde medie non possono più rimanere isolati, ognuno chiuso nella propria frequenza, con la solita rivalità sterile. Oggi ci ignorano perché siamo divisi, domani potrebbero cancellarci del tutto!

Uniti possiamo cambiare il corso degli eventi. Se il World Radio Day in Italia continuerà a ignorarci, risponderemo con un’alternativa forte, capace di dimostrare che la radio è di tutti! “Viva La Radio!”

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