Con il nuovo bando per l’assegnazione delle frequenze in Onde medie appena esaurito, molte sono state le domande che gli editori e ascoltatori si sono fatte, valeva la pena tecnicamente di attivamente / riattivare queste frequenze in modulazione di ampiezza da molti considerate obsolete (in Italia) ma da molti altri no, USA e paesi orientali India in testa?
Non entreremo nello specifico burocratico del “perché e per come” l’Italia, con molto ritardo, ha dovuto “assegnare” le frequenze in onde medie, ma cercheremo di capire cosa fa ancora decidere grandi e piccoli emittente di investire su queste frequenze, che come sappiamo possono essere modulate sia in AM (ampiezza) che in digitale (DRM e HD Radio).
Partiamo dal maggiore dei difetti di questo tipo di modulazione in analogico, la bassa immunità ai rumori di fondo, quel “fruscio” che per molti invece è sinonimo di ” Old Style Radio ” molto ricercato negli apparecchi valvolari d’epoca, mi spinge a fare un accostamento strano tra le vecchie moto Harley Davidson e l ‘AM, semplicemente così come per i vecchi ricevitori in modulazione d’ampiezza il difetto è caratteristica irrinunciabile, così nei possessori di vecchie Harley la goccia di olio che cade a terra nei parcheggi è caratteristica unica di originalità, infatti quando questo difetto fu eliminato molti si strapparono i capelli gridando allo scandalo, passando dall’analogico in AM alDigitale (DRM o HD Radio) è successa la stessa cosa.
Ma come funzionano le Onde Medie?
Ora invece vediamone il pregio maggiore, la fantastica “onda di terra” di queste frequenze “basse” nei termini di chilocicli, è infatti caratteristica peculiare che le MW seguano molto bene per tratti eccezionalmente lunghi la curvatura terrestre, questo perché le onde elettromagnetiche avendo una polarizzazione verticale, ed essendo dei monopoli piantati a terra l’altro ” monopolo ” è semplicemente la stessa superficie, oltre ad avere una buona penetrazione nella ionosfera di giorno, di sera si riflettono nell’aria non essendo la stessa ionizzata dalla luce del sole ( ionosfera) venendosi a creare di conseguenza una sorta di “guida d’onda“che può ricevere il segnale a migliaia di chilometri di distanza su un fronte dei 50/100 km di un impianto attivo di giorno.
Riassumendo: un impianto analogico AM / MW arriva più lontano a parità di potenza di uno modulato in frequenza, un territorio può quindi essere servito da un solo impianto, anche se:
- con qualità audio limitata data dalla larghezza di banda a disposizione (in Europa 9 khz);
- dal rumore di fondo;
- dall’alta interferenza di altre stazioni mondiali;
Il presente è come il passato o come il futuro?
Questo breve excursus è sia il passato che l’attuale presente, non prenderemo qui in considerazione le possibilità editoriali di queste frequenze, ma solo una panoramica tecnica nella realtà, quindi ora vedremo cosa farne di questa onda di terra modulata in onde medie.
Abbiamo detto che va lontano, che ha bisogno di un solo impianto e che è facilmente disturbabile per via della modulazione quindi cosa farne? La soluzione esiste da tempo: un algoritmo digitale per eliminare il problema dell’interferenza analogica
Qui possiamo avere due sistemi ampiamente collaudati e utilizzati, dando prova di determinazione e coraggio, negli States le MW essere modulate in HD-Radio mentre nell’est asiatico il sistema adottato è il DRM, sperimentato in onde medie nel territorio italiano dalla RAI, dalla Radio Vaticana.
I risultati sono stati ottimi anzi superbi, quindi dopo i test abbiamo rimesso tutto nel “cassetto” per concentrarci sulla TV e Berlusconi per avvantaggiarli nel loro campo.
Quindi Il DRM?
Il DRM, come previsto dalle delibere Agcom e dal Bando del 2017, in teoria si potrebbe tornare a dare vita nuove alle onde medie, ci sono emittenti che vorrebbero utilizzarlo per trasmissioni non sperimentali ma h24, AM / DRM / IP, purtroppo questo fantastico sistema si scontra contro la mancanza totale di finanziamenti e appoggi per lo sviluppo e la commercializzazione dei ricevitori consumer, quasi assenti nel nostro paese e i pochi fruitori, sono amatori e i radio amatori, un ascolto fin troppo profilato.
Abbiamo a disposizione “l’uovo di Colombo” ma per l’ennesima volta il legislatore e la burocrazia rischiano di rendere tutto vano a discapito degli operatori.